Questa volta voglio solo riportarvi una breve recensione di un libro francese, non ancora uscito in Italia. Per parte mia, se non sarà pubblicato in italiano, per una schifosa forma di autocensura, rispolvererò il mio francese, lo comprerò e lo leggerò nella lingua madre.
Contro le canaglie
di Antonio Padellaro
Nell'Italia che ammira i furfanti di successo la parola indignazione può avere un suono ridicolo. Non la ribellione a quanto offende la dignità propria e degli altri. Bensì una maschera moraleggiante e ipocrita con cui dissimulare frustrazione e invidia per chi ha saputo meritarsi denaro e potere, non importa come. Diciamo la verità, qui da noi tra una simpatica canaglia e uno sdegnato galantuomo non c'è partita. Non tutto è perduto, però. Forse anche Stéphan Hessel quando ha dato alle stampe in Francia il suo breve pamphlet pensava a una cerchia ristretta di lettori. Un prevedibile insuccesso per vari motivi. L'età dell'autore, innanzitutto: 93 anni. Si sa la vecchiaia non è mai attraente, e poi cosa avrà mai di interessante da raccontarci l'arzillo nonnino? Ecco le prime righe: "Ricordare le radici nel mio impegno politico negli anni della Resistenza" . Oddio la Resistenza, massimo rispetto, per carità, ma stiamo parlando di un secolo fa. E come s’intitola questo polveroso mattone? Indignez-vous! .Mamma mia, chissà che noia. Ebbene: oltre 500 mila copie vendute in pochi mesi. Le librerie prese d'assalto. Le prime pagine sui principali giornali e grandi dibattiti in tv. Insomma, Hessel superstar. Merito di concetti come questo: "Dobbiamo vegliare tutti insieme affinché la nostra società resti una società di cui andare fieri. Non la società dei sans papier, delle espulsioni, dei sospetti nei confronti degli immigrati, non la società che rimette in discussione le pensioni, le conquiste sociali, non la società nella quale gli organi di informazione sono in mano ai ricchi, tutte cose che avremmo rifiutato se fossimo stati gli autentici eredi del Consiglio Nazionale della Resistenza". Naturale che siano stati soprattutto i giovani francesi ad indignarsi proprio come Stéphan Hessel. Se non ci fosse stato il suo libro non avrebbero mai saputo che alla base della democrazia conquistata con il sangue di tanti c'erano principi e valori ispirati a una organizzazione razionale dell'economia sottratta al potere delle grandi banche. Stéphan e i suoi compagni avevano combattuto contro il nazismo. Ma anche per un futuro che garantisse una stampa realmente indipendente e un’istruzione di qualità per tutti i bambini francesi senza discriminazione alcuna. E allora cominciamo a indignarci anche noi. Contro l'arroganza delle canaglie al potere. Contro la pavidità di certi oppositori sempre pronti a piegare la schiena davanti alla legge del più forte. Può aiutarci questo piccolo libro di un anziano signore rimasto fedele ai suoi ideali di gioventù.
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