martedì 22 maggio 2018

Giorno di festa - Jacques Tati, 1949


Jour de fête - FR - 1949

Un piccolo villaggio del centro della Francia si prepara alla festa annuale. I bambini assistono all'arrivo dei giostrai e delle altre persone che iniziano ad allestire una piccola fiera: tiro a segno, lotteria, una tenda per il cinematografo e, naturalmente, una giostra. François, addetto alla distribuzione della posta, dopo aver assistito alla proiezione di un film sul mestiere di postino negli Stati Uniti (e dopo aver bevuto un po' troppo...), si getta in un'impresa folle: un velocissimo giro di distribuzione alla maniera degli americani. Quando la festa è finita il villaggio ritrova la sua calma e la vita di tutti i giorni riprende.
Tati prima di Hulot. Nel 1947, prima dei suoi capolavori comici, Jacques Tati realizzò un cortometraggio, "L'école des facteurs" (la scuola dei postini) in cui aveva creato il personaggio del postino François, ripreso poi per "Giorno di festa", che uscì nel 1949 ed ebbe un buon successo, vincendo anche dei premi in alcune rassegne. Il film fu girato a colori e in bianco e nero, per fortuna, perché per incovenienti tecnici dovuti alla tecnica sperimentale dello sviluppo della pellicola a colori di quel tempo, per molti anni fu visibile unicamente la copia in bianco e nero. Solo nel 1995 fu recuperata dal restauro operato a cura dei suoi eredi, una versione a colori.
C'è già tutta la figura comica di Monsieur Hulot, con i suoi tic, i rumori delle parole (e non il loro significato, che era e resta, insignificante...), il suo stupefatto candore. Il fascino del film risiede nella precisione delle sue osservazioni (i cavalli finti della giostra e i cavalli veri, il sottile disprezzo per "les americains" e per tutte le convenzioni in generale) e nelle sue gag, alcune indimenticabili: il calabrone, la posa dell'albero della cuccagna, la gara di bevute, la bicicletta che corre da sola. Ma anche nella sua poesia un po' malinconica. Un piccolo film di uno dei pochi grandi autori di cinema con una dimensione universale.


Pubblicato su "Il Film del Giorno" del 7 Febbraio 2018.

domenica 13 maggio 2018

Io ti salverò - Alfred Hitchcock, 1945


Spellbound - USA - 1945

La dottoressa Constance Petersen si innamora del suo nuovo superiore e, contemporaneamente, prende in cura un uomo affetto da una grave amnesia. Ma sono la stessa persona.
Senza svelare troppo dell'intreccio e del finale, potrebbe bastare questo come trama, ma c'è di più. Chi è veramente l'uomo che si presenta alla clinica come il Dottor Edwardes? Perché quest'uomo, che risulta chiamarsi John Ballantyne, perde i sensi quando vede delle linee parallele su uno sfondo bianco? Che fine ha fatto il vero Dottor Edwardes? È stato veramente ucciso da John, come lui stesso ammette? Per sciogliere il mistero, la dottoressa Constance fuggirà con lui, chiederà consiglio al suo vecchio professore di psicanalisi, farà un'escursione su una pista da sci con John e svelerà in parte l'enigma, ma non riuscirà ad evitargli il carcere. Solo dopo, riguardando i suoi appunti su di un sogno ricorrente di Ballantyne, riuscirà a scoprire la verità e a salvare il suo innamorato.
Film di grande successo, soprattutto per la notorietà dei protagonisti: Ingrid Bergman e Gregory Peck. Vinse un solo premio Oscar, nonostante le sei candidature, per la colonna sonora (Miklós Rósza). Hitchcock per questo film trovò il suo ideale di attrice: la Bergman rimase per anni una delle sue attrici preferite, se non la preferita in assoluto.
Numerose le sequenze celebri: i particolari che causano le crisi del protagonista, il ricordo di un incidente d'infanzia, la pistola nella scena finale, ma, soprattutto, le indimenticabili sequenze oniriche, con le immagini surrealiste realizzate da Salvador Dalì.

Pubblicato su "Il Film del Giorno" del 6 Febbraio 2018.

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