martedì 10 novembre 2009

Vorrei dire


Non lo hanno certo rispettato da vivo. Ma ora che Stefano Cucchi è morto, potrebbero almeno rispettare la sua memoria. Invece ci tocca sentire il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Carlo Giovanardi che, di fronte alle terribili immagini del suo corpo devastato sentenzia: "Sono le persone che prendono la droga che si riducono così!". E Giovanardi cosa ha preso per ridursi come è?

Dopodiché vorrei postare uno scritto di Giancarlo De Cataldo, magistrato e scrittore. Dal suo "Romanzo criminale" è stato tratto l'omonimo film (uno dei migliori film italiani delle ultime stagioni) e l'omonima serie televisiva. Quanto scritto da lui aiuta a far capire perché mi sento sempre più lontano dal "Corriere della Sera".

Al cittadino non far sapere

Condivido pienamente le preoccupazioni espresse dal Corriere della Sera: se davvero insegnassimo nelle scuole «Cittadinanza e Costituzione» trasformeremmo, sciaguratamente, «la democrazia in catechismo». Parole sante. I nostri ragazzi devono essere tenuti alla larga da discutibilissimi precetti quali l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge (art. 3), il ripudio della guerra (art. 11), la libertà di culto (art. 8), di associazione (art. 18), di pensiero (art. 21), il diritto alla salute (art. 32) e all’istruzione (art. 34), il dovere di pagare le tasse (incredibile, vero? Beh, c’è anche quello, all’art. 53), la irrevocabilità della forma repubblicana (art. 139). La maligna forza persuasiva di detti precetti è tale che i nostri figli potrebbero convincersi della validità della nostra Costituzione e mandare al diavolo quei politici, baroni e maestri del pensiero che da anni si battono per cambiarla (taluni sognando più mature e consapevoli forme di governo, ispirate a legislatori del calibro di Sardanapalo e del Leonida di Frank Miller). O, addirittura, potrebbero prendere tanto sul serio questo confuso agglomerato di “buonismo democratico” da pretenderne l’applicazione. Inoltre, i nostri ragazzi potrebbero persino coltivare la perniciosa illusione che la scuola non serva soltanto a ingozzarli di nozioni come oche da foie gras, ma possa e debba contribuire (orrore!) a farne cittadini civili e consapevoli. Ciarpame culturale che abbiamo già sperimentato con l’esecrando Sessantotto, e che, fortunatamente, il vento impetuoso del progresso (e le norme della Finanziaria) spazzeranno presto via. Così i nostri ragazzi, finalmente istruiti da savi maestri senza grilli per la testa, saranno liberi di formarsi una coscienza critica attraverso strumenti più adeguati: Wikipedia, la Curva, Miss Italia e il Grande Fratello.

da: l'Unità - 10/11/2009

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